martedì 29 gennaio 2008

Diario di un anno vissuto in Sicilia


L’avventura inizia circa un anno fa, quando per un trasferimento di lavoro mi ritrovo a vivere nella provincia più a sud d’Europa, a Siracusa. L’impatto è forte, di quelli che lasciano storditi: la luce intensa, i colori saturi del cielo, del mare, della vegetazione, la roccia bianca dei templi e dei palazzi, delle cattedrali che sembrano cesellate nella sabbia chiara. A me, abituata al clima della pianura padana, l’esplosione di luce e colori mi fa sentire sotto l’effetto di una droga che potenzia le sensazioni. Capisco di essere sbarcata in una terra ricca di contrasti, non sempre facili da tollerare. I contrasti tra la bellezza del paesaggio e l’incuria con cui è gestito. Nel raggio di pochi chilometri, sulla costa, convivono ignorandosi un pericoloso polo petrolchimico e una meravigliosa area marina protetta, ricca di splendidi pesci e coralli. Nella stessa città, accanto al teatro greco che sovrasta il mare, si alzano palazzi orrendi e cadenti, immersi in un traffico disordinato di auto e scooter. La vegetazione copre con fioriture perenni i rifiuti ai margini delle strade. Bellezza e squallore si fronteggiano continuamente, creando uno stato confusionale in chi arriva per la prima volta.

1 commento:

Mary ha detto...

Anche io avevo fatto questa scelta. Scendere in sicilia. Palermo.
Solo che il lavoro è così precario. Mi era andata male e l'idea di non trovarlo più o di dover aspettare tanto mi ha così spaventata che sono scappata.
Ora mi manca. Si, a volte mi manca.
Anche se non ho mai visto una città così incasinata!
Ho conosciuto tanta gente spettacolare e tanti però avrei preferito non incontrarli mai.
Non esistono mezzi misure giù.

Buona fortuna.