Amo gli orizzonti vasti del paesaggio siciliano, che con una sola occhiata puoi andare dal mare al vulcano innevato, amo il cielo blu intenso, le notti buio profondo in cui ti sembra che le stelle ti piovano addosso. Amo il profumo di mare quando parcheggio la macchina al porto, e il profumo della terra che ha il sentore caldo della cannella, della liquirizia e di biscotto. Nella mia città emiliana, mi mancavano molto questi profumi, e la nostalgia della Sicilia, da bambina, era per me prima di tutto nostalgia olfattiva.
Amo la presenza dei fiori tutto l’anno, gli alberi che non perdono le foglie in autunno, il profumo del seducente gelsomino che diventa più intenso di notte, i pettirossi e le ghiandaie che visitano il mio giardino golosi di fichi d’india. Amo i colori di Siracusa, il turchese del mare e il sabbia dei palazzi barocchi e del Castello Maniace di Ortigia.
Odio…le cartacce al bordo delle strade, che ti costringono a tenere lo sguardo a un metro da terra per non turbare la bellezza della campagna. Odio i sorpassi azzardati con il telefonino in mano, la guida anarchica e prepotente, quando si arriva alle rotonde e pare che l’unico modo per decidere a chi tocca passare sia un gioco di sguardi. Odio le spiagge coperte da un tappeto di bottiglie di plastica, pannolini, ciabatte spaiate. Le case costruite sulla scogliera, con gettate di cemento che arrivano al mare, e impediscono di raggiungere le spiagge, privilegio di pochi. Mi dibatto tra bellezza e squallore di quest’isola incantata, e cresce in me questo sentimento di amore/odio.